¡Hasta la revolución! … ¿siempre? Parte 1, Grecia
Ripeto, è stato un fraintendimento e non c’è nessun problema, però pensavo di essere andato in Grecia a lavorare, se avessi voluto andarci in vacanza non avrei scomodato un’associazione che si occupa di aiuti umanitari, no?
Non tutto il male vien per nuocere fortunatamente. Superato un primo momento di imbarazzo infatti mi viene consigliato di andare a visitare uno dei campi profughi del territorio anche se rigorosamente dall’esterno visto che entrarci sarebbe impossibile, e questo già lo sapevo. Il giorno seguente decido di andarci, d’altro canto lì è possibile almeno incontrare delle famiglie e magari farsi raccontare qualche storia, mi dico. Comunque non avevo altro da fare, valeva la pena provare.
A consegnare le buste contenenti beni di prima necessità sono due ragazze, mi presento ma vedendo che loro sono decisamente più indaffarate di me aspetto che finiscano di lavorare per disturbarle. Finiscono e molto gentilmente iniziano a chiedermi chi sono e cosa faccio.
Loro fanno parte di un’associazione spagnola che si chiama S.O.S. Refugiados (https://sosrefugiados.org/en/) e sono volontarie di un progetto che si occupa di assistenza e consegna di beni di prima necessità a diversi gruppi di rifugiati che vivono nel territorio, il tutto finanziato da donazioni. Un paio di giorni dopo vengo invitato a partecipare e fotografare la consegna di cibo fuori da un altro campo profughi e lì riesco a vedere più da vicino la situazione.
Ma la storia, qui e nella maggior parte dei luoghi che dovrebbero essere adibiti all’accoglienza, è che il cibo è sempre poco, le condizioni sono spesso pessime e le persone non hanno altra scelta se non quella di sperare che un giorno arrivi un pezzo di carta che consenta loro perlomeno di provare a rifarsi una vita altrove.
Capisco sia una visione piuttosto negativa della cosa, ma credo fortemente che le pacche sulle spalle servano davvero a poco e che sia piuttosto arrivato il momento di fare i conti con i fatti, ossia che le politiche di accoglienza (e respingimento) finora adottate non stanno funzionando.
Faccio un esempio forse per alcuni forzato ma a parer mio molto calzante: le carceri. All’interno di una società proiettata nel futuro di un’economia sempre in crescita le carceri non possono servire solamente come castigo. La priorità dovrebbe essere quella di rieducare le persone così che, quando torneranno ad essere parte attiva della società, avranno un posto che gli permetterà di non commettere gli stessi errori, ma non funziona così. Non è certo un segreto che spesso le condizioni dei detenuti siano pessime, costantemente in carenza di personale, compresi gli educatori che dovrebbero avere il compito di fornire i giusti strumenti a chi fino a quel momento non li ha avuti per un motivo o per l’altro. Ed il risultato è che, stando a dati del 2022, almeno in Italia, 2 detenuti su 3 tornano a delinquere (un articolo che ne parla: https://www.avvenire.it/attualita/pagine/xviii-rapporto-antigone-carcere-il-fallimento-della-pena-due-detenuti-su-tre-tornano-a-delinquere). Essendoci però sempre cose più importanti a cui pensare la questione non si affronta mai, non si investe in questo campo, con la conseguenza che il problema non si risolve mai.
Ecco la stessa situazione riguarda, in scala molto più larga e complicata, la gestione delle rotte migratorie.
Ecco un articolo che spiega nei dettagli come sarebbe utile investire sull’immigrazione: https://futuranetwork.eu/geopolitica/702-3545/governare-limmigrazione-non-solo-contrastarla-analisi-e-proposte
Rientrato decisamente deluso da questa avventura fuori porta rincontro le due ragazze di S.O.S. Refugiados per una chiacchierata su piani futuri e progetti e la proposta che mi viene fatta, dopo una chiamata con l’associazione per valutare una possibile collaborazione, è di partecipare alla Caravana Migranti (https://abriendofronteras.net/category/melilla-2023/): una manifestazione per la pace che si tiene tutti gli anni e che tra giugno e luglio arriverà fino a Melilla, meta che, al momento, sarebbe stata abbastanza complicata da documentare per me. Ma di questo viaggio parlerò nel prossimo articolo.