Carlo

Nasco a Brescia nel 1995. Da bambino ho sempre avuto problemi con la fotografia: lo stare fermo, il mettermi in posa ed il dover mettere in pausa le mie frenetiche attività mi scocciava a tal punto da odiare il suono della macchina fotografica. Tutto questo finché, durante un viaggio negli Stati Uniti in età adolescenziale, mi sono ritrovato con una macchina fotografica tra le mani, iniziando a guardare il mondo attraverso di essa, comprendendone l'immenso potenziale.
Da subito ho deciso di dedicarmici con grande dedizione e impegno, prima come semplice mezzo per immagazzinare ricordi, successivamente come strumento per trasmettere il mio punto di vista sulle cose e mostrare ciò che la natura ci regala ogni giorno.
In questo sito ho racchiuso alcune delle immagini che fino ad ora ho catturato durante il mio percorso, anticipando alcuni importanti progetti che affronterò prossimamente.

Premi e riconoscimenti

  • Patrocinio del progetto "Chi accoglie non fa notizia"

    Il mio progetto fotografico “Chi accoglie non fa notizia” è ufficialmente patrocinato da Amnesty International Italia, confermando l’importanza e la validità del mio lavoro sulle crisi umanitarie.

  • Finalista della categoria "Single Shot 2023"

    Una delle mie fotografie tratta dal progetto fotografico “Chi accoglie non fa notizia” è entrata nella shortlist della categoria “single shot” dell’edizione del Festival della Fotografia Etica 2023 composta da 40 scatti totali, venendo selezionata tra oltre 13000 fotografie provenienti da 900 progetti totali.

  • Pubblicazione progetto

    Il mio progetto fotografico NATIVE LAND (ex “chi accoglie non fa notizia”) è pubblicato sul sito di rcefoto.com, che oltre ad essere il mio sponsor tecnico appoggia e finanzia diversi progetti per la tutela ambientale e sociale in tutto il mondo.

Progetti

  • NATIVE LAND

    Native Land è un ambizioso progetto fotografico realizzato con scatti che documentano le storie e le realtà di coloro che varcano i confini europei in cerca di un futuro migliore. Il nome Native Land gioca provocatoriamente con ciò che comunemente s’intende per terra nativa, sottolineando al contrario la nostra unica ed indiscutibile origine comune: la Terra. L’intenzione è quella di riflettere su tutte le crisi che vive il nostro pianeta, tra guerre e cambiamenti climatici, suggerendo come unica possibile soluzione quella di affrontarle collettivamente.